Il seguente articolo, scritto da Laura Saffiotti del gruppo Non Solo Ciripà, è anche parte integrante dello Speciale di marzo di www.acquistiverdi.it, dedicato ai pannolini lavabili.
In assenza di dati di vendita ufficiali relativi a questa categoria merceologica, il gruppo “non solo ciripà” ha rivolto un’intervista ai principali distributori italiani di pannolini lavabili.
Le ditte che hanno risposto alla nostra intervista riferiscono che c’è stato un aumento di richieste, e nella maggior parte dei casi un incremento di vendite, nel 2008 (fino al 200% rispetto all’anno precedente).
I rivenditori forniti di più tipologie sottolineano per lo più un aumento di richieste della “taglia unica” rispetto alle taglie fisse, perché questo nuovo sistema ridimensionabile permette di sfruttare l’acquisto dalla nascita (o da qualche chiletto in più…) fino al passaggio al vasino.
Dal punto di vista dei “sistemi-pannolino” è da rilevare che la tipologia “tutto in uno”, pur richiesta per la sua praticità, non costituisce in genere la totalità del corredo e ciò a causa della lentezza dell’asciugatura, soprattutto, ma forse anche perchè è ancora poco conosciuta, rispetto ai sistemi “due pezzi” (mutandina più prefold o fitted) e “pocket” (una mutandina con tasca integrata in cui inserire uno o più inserti assorbenti). Le richieste si concentrano infatti sui primi, di più rapida asciugatura, e sui secondi, che costituiscono una tipologia a metà strada tra il “tutto in uno” e il “due pezzi”. Pur nella difficoltà di quantificare questi dati di vendita, anche perché spesso si tratta di attività commerciali molto recenti, i negozi che hanno più tipologie ci hanno fornito questi indicatori di gradimento, che citiamo a titolo indicativo: il rapporto di vendita tra “pocket” e “tutto in uno” è 9 a 1, tra “due pezzi” e “tutto in uno” è 8 a 2.
Dal punto di vista dei materiali di cui si compongono i diversi pannolini lavabili (sintetico o naturale/bio) in genere i rivenditori sono orientati o sull’una o sull’altra “filosofia” di lavabile, per cui è difficile confrontare i dati in tal senso. In linea di massima, chi sceglie il bambù, il cotone, la flanella, la spugna di cotone e ancor più il cotone bio, lo fa nell’ottica di abbassare ulteriormente il rischio di allergie dermatologiche, mentre chi sceglie il sintetico ritiene prioritario ridurre l’effetto di umidità a contatto della pelle.
Uno dei motivi della ripresa di interesse verso i pannolini lavabili si collega, secondo alcuni rivenditori, oltre che al passaparola, anche alla recente promozione dei pannolini lavabili nelle
principali riviste di settore e alla pubblicizzazione del prodotto da parte di Beppe Grillo. I consumatori, invogliati da queste informazioni, stanno riscoprendo la praticità, la convenienza e l’ecologicità di tale prodotto. Ma si tratta ancora di eccezioni rare: la maggior parte delle riviste del settore sembrano inibite a informare di questo metodo “alternativo”, forse perché tra i loro principali inserzionisti si annoverano proprio le case produttrici di pannolini monouso.
I rivenditori hanno cercato di individuare anche quali sembrano essere i principali ostacoli alla diffusione di questo articolo presso i consumatori. Uno degli argomenti prevalenti è una scarsa e scorretta informazione che associa all’uso di questi pannolini una “fatica” nel loro utilizzo che in realtà è sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti: infatti nella gestione quotidiana di tali prodotti la norma è proprio l’utilizzo di un elettrodomestico come la lavatrice che azzera l’impegno del lavaggio. Perciò il principale ostacolo, oltre alla scarsa conoscenza del prodotto, sono proprio i pregiudizi (fatica nel lavaggio, scarsa praticità e scarsa tenuta), che sono i primi a venire in mente ad una mamma che si avvicina al pensiero dei pannolini lavabili: molte di loro hanno in mente i vecchi sistemi degli anni ’60-’70, che richiamano il grande ingombro, le fuoriuscite e la poca praticità: perciò si convincono che i pannolini lavabili siano solo un inutile ed ulteriore impegno domestico. D’altro canto, la scelta del pannolino lavabile viene spesso vista dall’opinione comune più come una "moda ecologica", che non una necessità assoluta per la salute dei bambini ed il benessere dell'ambiente; inoltre gettare via un pannolino è considerato più facile che lavarlo, mentre ciò non è del tutto esatto, o almeno non nella misura in cui si crederebbe, come riferiscono invece i genitori che ne hanno la pratica quotidiana e che sono ormai “a regime” con il pannolino lavabile. Ma quei genitori che non hanno la possibilità di vedere questa nuova gestione quotidiana, non riescono a capire come lavarli può essere quasi più facile e pratico, oltre che sicuramente più economico, rispetto a buttarli via.
Un altro aspetto da sottolineare è proprio l'apparente ostacolo economico: infatti i pannolini lavabili in totale consentono un notevole risparmio rispetto al pannolino monouso, ma la spesa iniziale va fatta tutta insieme per avere un kit minimo da consentire i tempi del ciclo di uso-lavaggio-asciugatura. Perciò chi vorrebbe provare i lavabili spesso tentenna proprio davanti a questo aspetto, nell'incognita di sapere come si troverà; di contro, la confezione usa e getta permette una spesa più contenuta al momento, anche se nella prospettiva finale è molto più elevata.
La salute, l'ambiente e il risparmio economico sono i “perché” di questa scelta su cui bisogna insistere in maniera incisiva: ma portare a conoscenza della “praticità” del sistema riutilizzabile/lavabile è forse proprio l’argomento-chiave per la sua diffusione.
I vettori della divulgazione del pannolino lavabile devono senz’altro essere, oltre alle altre mamme che già li utilizzano, gli Enti sanitari (pediatri ed ostetriche), che chiaramente sono i principali riferimenti per tutte le mamme, e gli operatori dei servizi sociali con le istituzioni comunali. I genitori sono sensibili e soprattutto sono disposti a fare dei sacrifici per i propri figli se è per la loro salute e per l'ambiente del loro futuro (e se c’è poi un risparmio economico ancora meglio), ma spesso non sanno a chi credere. Una corretta informazione del Sistema Sanitario Nazionale potrebbe veramente aiutare la diffusione dei pannolini lavabili.
Una mamma che ha già deciso di utilizzare il pannolino usa e getta difficilmente si fa convincere da amiche o negozianti. Ma anche la mamma che è tentata dall’idea di usarli va incontro ad un ostacolo fondamentale: vuole vederli e toccarli con mano prima di acquistare. Finora la vendita quasi esclusiva su internet ha costituito un grave handicap in tal senso. Se si vedessero vetrine di pannolini lavabili un po' dappertutto, passerebbe più semplicemente l’idea che il pannolino lavabile non è "roba da pazze" né una “moda ecologica”, ma una buona e normale abitudine quotidiana. Esistono infine degli sportelli ecologici (come a Ferrara) dove le mamme possono toccare con mano questi nuovi prodotti nelle diverse tipologie e materiali esistenti.
Si ringrazia la cortese collaborazione delle ditte: Babynatura, Babymio (Emilia Cristofori), Ecobaby (Chiara Piatti), La casa del bimbo (Viviana Pozzobon), MySpecialBaby (Anna), Monapel by NaturalMente (Krisztina Ujj e Diego Bertesina), New baby berry (Alison Bruce), Popolini (Emanuela Savio), Universo ecologico.
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